Finanziaria: Ecco il resoconto della discussione dell’ Articolo 16 riguradante i lavoratori Asu

Ecco il resoconto della discussione dell’ Articolo 16 riguradante i lavoratori Asu

Si passa all’articolo 16. Avete l’emendamento 16.15? C’è un emendamento del Governo, di
riscrittura. Voi l’avete?
(Interventi fuori microfono)

PRESIDENTE. Un attimo che lo distribuiamo. Eccolo qua, un secondo. Così prima lo leggete e poi
iniziamo gli interventi, altrimenti parliamo del nulla.
(Interventi fuori microfono)
PRESIDENTE. Come? Allora, intanto vedo di capirlo io.
Allora, scusate, questo emendamento che ha portato il Governo secondo noi ha gli stessi limiti di
costituzionalità e quindi la stessa possibilità d’impugnativa rispetto a quello che c’era per cui, come dire, dalla Presidenza la cosa opportuna sarebbe renderlo inammissibile a meno che parlando con l’Aula non trovate qualche soluzione perché così verrebbe certamente impugnato. Prego, assessore Zambuto.
ZAMBUTO, assessore per le autonomie locali e la funzione pubblica. Signor Presidente, non è di mia stretta competenza essendo una materia dell’assessorato al lavoro e alla famiglia però ci hanno lavorato gli uffici, diciamo di raccordo. Si vuole, con questa norma, armonizzare la normativa regionale con la normativa statale. La Sicilia, a differenza delle altre regioni, non ha potuto partecipare a quel fondo che negli anni passati ha consentito alle altre regioni di potere avviare la stabilizzazione, quindi si tratterebbe di un’armonizzazione delle norme, quella regionale con quella statale.

PRESIDENTE. È difficile che se fosse così non possano dire che verrebbe impugnata.
ZAMBUTO, assessore per le autonomie locali e la funzione pubblica. Ci mancherebbe. Dico,
questo era l’intento, senza che ci fosse un aumento dal punto di vista finanziario perché si andrebbe a utilizzare la stessa copertura finanziaria che in questo momento, diciamo, c’è, l’andremmo a dare direttamente agli enti che utilizzano questi lavoratori. Quindi non c’è un problema di copertura finanziaria, c’è soltanto un tema di armonizzazione normativa.
PRESIDENTE. Ancora non do la parola a nessuno perché devo capire se ammetterlo o meno. Un
attimo solo. Essendo una materia che abbiamo affrontato ormai dall’inizio di questa legislatura, sapete bene, con matematica certezza, che questa ci viene impugnata. Allora, ho pregato il Governo di provare a fare una cosa un po’ diversa, l’articolo 16 va benissimo così per com’è, ma è l’emendamento che nonpossiamo passare.
Se il Governo potesse aprire un tavolo con il Governo centrale e trovare il sistema per farlo
d’accordo, perché se non troviamo un minimo di accordo non la possiamo fare, per cui il Governo sta ritirando l’emendamento che era stato presentato e vediamo cos’altro si può fare.

BARBAGALLO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
BARBAGALLO. Signor Presidente, noi ci aspettavamo una proposta vera dal Governo in seno alla
finanziaria. Innanzitutto sulle coperture, perché anche il testo base e l’articolo non fanno chiarezza sui
famosi 15 milioni di euro che dovrebbero esserci a sostegno della stabilizzazione degli ASU.
Ricordiamo che il 7 giugno si pronuncia la Corte Costituzionale, e nel caso in cui la pronuncia sia
favorevole, occorre la copertura di 15 milioni di euro a valere sull’anno 2022. La copertura e
l’appostamento delle somme, dove l’abbiamo chiesto sia in sede di discussione generale, e
continuiamo a chiederlo ora, perché certamente non è il momento di emendamenti, di farlocchi, ma servono dati certi. Noi pure abbiamo perplessità sul 16.15 che è stato presentato stamattina dal Governo, perché è un copia e incolla dell’articolo 36, comma 1, della legge finanziaria 2021, quindi se c’è un momento di confronto fra Governo, Parlamento anche con la regia della Presidenza dell’Assemblea per trovare un modo per appostare le somme e trovare una soluzione per non buttare l’acqua con tutto il bambino.
Siamo molti preoccupati, e certamente questa non è una soluzione. Il Partito Democratico ha
presentato tre emendamenti invece che riguardano la questione degli ASU, e sono stati inseriti tra gli aggiuntivi, e che le chiediamo, Presidente, di valutare, perché sono anche concordati con le parti sociali, a differenza di quello che avrebbe dovuto fare il Governo, cioè di concordare una materia così delicata con le parti sociali, e le chiediamo di metterle in votazione.

ZAFARANA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ZAFARANA. Signor Presidente, come sappiamo il tema delle provvidenze di legge, che da anni
ormai il settore dei lavoratori socialmente utili si attendono da questo Parlamento, è tema
delicatissimo, tema per il quale questo Parlamento, negli anni, ha inteso lavorare con spirito
propositivo. Ricordo l’articolo 11 delle Finanziarie precedenti, ricordo l’articolo 36, oggi attendiamo dalla Corte Costituzionale la pronuncia nel merito, e pertanto non comprendo quale sia lo spirito della seconda parte di questo emendamento, perché noi dobbiamo parlare con la verità alle persone.
Posto che tutti abbiamo già detto, in quest’Aula, che questo tipo di servizi che sono oggi – come
ricordato nei giorni precedenti dall’onorevole Laccoto – questi lavoratori svolgono per i comuni e
anche per le cooperative e anche per le motorizzazioni e per i lavoratori ASU nei beni culturali sono presenti in vari servizi e settori della Regione siciliana. Svolgono dunque un lavoro fondamentale che quando questi si bloccano non svolge più nessuno, come è successo al comune di Rometta ieri e come sta succedendo in occasione degli scioperi che questo personale sta facendo. Il tema è di notevole gravità. È chiaro che non possiamo, per motivi di salute – l’Assessore Scavone qui non c’è e abbiamo avuto la formulazione, le indicazioni da parte dell’Assessore Zambuto, ma è chiaro che poi dobbiamo capire il percorso delle responsabilità.
Tutti noi siamo investiti di queste scelte, e avere cinque minuti per entrare nel merito di questo testo e capire esattamente le refluenze e gli effetti.
Perché dico questo? Perché le richieste di questo personale non sono chiaramente, si parte dalla
stabilizzazione però volevo aggiungere un altro elemento.
C’è il tema dell’integrazione oraria per questi lavoratori che sono fondamentali.
Ricordo che gli ASU vengono mandati per coprire servizi nei beni culturali nei sabati e nelle
domeniche quando si decide – per carità! Iniziativa ottima! – capiamo però di cosa stiamo parlando. Il tema dell’integrazione oraria, il tema della possibilità di potere richiedere l’accesso alla fuoriuscita per i cinque anni precedenti, il limite della pensionabilità, il tema di potere transitare, per esempio, negli enti regionali per coloro che non sono stati trasferiti, che non hanno avuto la possibilità dell’accesso e quindi spostare la data al 31 dicembre 2022 per coloro che – ripeto – sono nelle motorizzazioni.
È un tema complesso che, posto che l’obiettivo finale sia la stabilizzazione – e tutti noi abbiamo
dimostrato di volerla -, c’è tutta una serie di passaggi sui quali dovremmo avere la possibilità di
metterci d’accordo in questo Palazzo, con l’aiuto della Commissione ‘Lavoro’, e individuare un
percorso. Non credo sia possibile pensare che si chiudano i lavori di questa finanziaria senza avere individuato un percorso da compiere. Posto questo ragionamento, chiedo, Presidente, conferme sugli aspetti della copertura.

Perché? Annualmente il comparto ASU costa 38 milioni e vedo conferme del costo generale nel
secondo comma di questo emendamento presentato oggi dall’Assessore Scavone.
Noi attualmente nell’articolo 16 abbiamo una previsione, per l’esercizio finanziario, di 16 milioni.
Vorrei capire se si tratta della tranche relativa ai prossimi mesi, se siamo nella condizione certa di
sapere se la copertura è stata prevista nella variazione precedente e noi riusciamo a coprire, per l’anno 2022, in maniera totale tutti i sussidi erogati. Chiedo di volere approfondire questo tema, Presidente, e di volere da parte di questa Assemblea prendere le decisioni conseguenti.
Presidenza del Vicepresidente DI MAURO
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l’onorevole Palmeri. Ne ha facoltà.

PALMERI. Presidente, si rischia di ripetere tutti un po’ le stesse cose. È chiaro che trovo questa
riscrittura peggiorativa. Si rischia chiaramente l’impugnativa in quanto c’è un problema di copertura perché al comma 1 la legge nazionale esauriva i suoi effetti nel 2021. Nessun ente inoltre andrebbe a stabilizzare con questi criteri.
Uno dei problemi dell’impugnativa fu sicuramente la mancata certezza del trasferimento, quindi la storicizzazione. Sostanzialmente questa cosa peggiora.
L’anno scorso sono stati inseriti tutta una serie di emendamenti nel maxi emendamento governativo e alcuni di questi sono uguali agli emendamenti aggiuntivi che sono stati presentati – fra questi ci sono anche i miei – che andavano nella direzione della fuoriuscita, della possibilità di fuoriuscita dal bacino, allo stesso luogo degli aggiuntivi.
Quegli emendamenti, purtroppo, furono appunto impugnati insieme alla maxi riscrittura. Quindi
non facciamo, non ripetiamo anche questa volta l’errore. Approviamo, andiamo a ripescare tutti questi aggiuntivi, perché questi hanno sicuramente una possibilità con i fondi già previsti all’articolo 16, perché questi fondi ci sono, già per raggiungere questi obiettivi della fuoriuscita dal bacino e dell’incremento oltre le 20 ore settimanali.
Questi 4.500 lavoratori hanno finalmente diritto, hanno il diritto di uscire dal limbo del mezzo
impiego. Dobbiamo consentire sicuramente questo in prima battuta e poi, chiaramente, l’incremento delle somme sarà una via da battere.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l’onorevole Ragusa. Ne ha facoltà.
RAGUSA. Sì, Presidente, intanto grazie. Io volevo riprendere la filosofia che in questi anni ha
accompagnato le finanziarie che, di volta in volta, ci siamo messi qui a lavorare per sviluppare i vari problemi che vive la nostra Regione.
In questo frangente mi preme ricordare che cosa? Sono state nel passato finanziarie solidali, che
hanno cercato di raggiungere quasi tutti gli strati sociali che, nel caso della pandemia e nel caso della crisi economica, hanno avuto difficoltà e con grande senso di responsabilità l’Aula ha votato delle somme che andassero a coprire le esigenze delle aziende in crisi, le esigenze degli strati sociali deboli, e quindi disabilità e quindi altri tipi di difficoltà.
Oggi io ritengo che l’articolo 16 tocchi argomenti sociali molti importanti e mi vorrei raccordare
con i miei colleghi affinché gli ASU, i cosiddetti ASU, venissero presi in grande considerazione,
perché oggi sono nelle condizioni di mandare avanti le macchine amministrative sia comunali, sia di enti regionali. E c’è bisogno di questo personale, perché è un personale che è stato qualificato, professionalizzato attraverso fondi pubblici e sono diventati patrimonio della pubblica amministrazione. E vengo colto da un sentimento di dolore quando penso che c’è gente che oggi guadagna solo 600 euro al mese e che non viene trattata la sua stabilizzazione. Ora è arrivato il momento di chiudere con il disagio che riguarda questo comparto e dare una speranza, un sogno alle famiglie, che sentono il bisogno in questo momento particolare, in cui la nostra economia vive una sorta di grande difficoltà, le famiglie non possono più vivere con 600 euro al mese. Gli ASU, che ormai fanno parte costante della nostra attività amministrativa, il Governo deve sentire il bisogno di stabilizzarli tutti e di aumentare anche il monte ore e di pensare come si può transitare per raggiungere gli obiettivi prefissati di ogni soggetto che sia in questi anni appartenuto a questo comparto ASU.
In particolare tutti gli ASU sono importanti. Ma c’è un Assessorato, l’ Assessorato ai beni culturali,
che patisce ancora un grande disagio, perché non è stato capito cosa deve fare questo personale. Aprono tutti i giorni della settimana e danno un contributo importante: offrono servizi alla gente che va a visitare i beni culturali! Di cui c’è un grande bisogno! Perché se è vero, come è vero, che siamo un museo all’aperto, la Sicilia è un museo all’aperto, e se crediamo veramente nel comparto del turismo che va integrato con la cultura – che ringraziando Dio in questa Sicilia c’è ed è importante …
PRESIDENTE. Onorevole, ascoltiamo l’onorevole Ragusa.
RAGUSA. Io chiedo a nome del nostro Partito prima l’Italia, stabilizzazione degli ASU, aumento
monte ore e infine, caro Presidente, ritengo di potere spendere anche una parola per la Protezione Civile. La Protezione Civile ha fatto un grande balzo avanti in questi anni, si è messa a servizio della comunità quando ha avuto delle grosse difficoltà.
E allora ci sono dei dirigenti, ci sono dei laureati, c’è della gente che si spende per il nostro
Territorio e che nella stabilizzazione sono stati portati indietro da un punto di vista economico. Ci
vuole giustizia sociale, ci vuole giustizia economica, e il Governo di questo si deve fare carico, perché noi saremo disposti a votare l’articolo 16 nella misura in cui ci farete, ci spiegherete come questi soggetti rientreranno in un contesto di equilibrio sociale ed economico. Grazie Presidente.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l’onorevole Lupo. Ne ha facoltà.
LUPO. Grazie, Presidente. Vedo che anche dai banchi della maggioranza si iniziano a fare i comizi. È il caso di dire come stanno proprio le cose Presidente, perché l’articolo 16 va letto anche tenendo conto dell’allegato 2 di cui all’articolo 22, comma 1, che prevede precise riduzioni dei capitoli indicati all’articolo 16. E noi solleviamo un allarme molto serio rispetto ad alcune previsioni. Brevemente sugli ASU. Sugli ASU il Governo regionale deve incontrare il Governo nazionale e concordare un percorso. Siccome ogni tanto perfino dai banchi del Governo si far riferimento del Governo Draghi, come se fosse solo il Governo del PD, mi corre l’obbligo di dire che in questo caso è soprattutto il Governo di Forza Italia, perché i due ministri interessati all’argomento sono entrambi di Forza Italia. Mi riferisco alla Ministra Gelmini, che ha i Rapporti per gli Affari regionali, mi riferisco al Ministro Brunetta, che è il Ministro per la Pubblica amministrazione. Se ne volessimo aggiungere un terzo dovrei aggiungere la Ministra Carfagna, che è la ministra per il Sud.
E allora il Governo della Regione è obbligato ad aprire un confronto, quanto meno con i Ministri
dello stesso partito del vicepresidente della Regione, Assessore Armao, per trovare una soluzione, per capire come si può far desistere il Consiglio dei Ministri dall’impugnativa, concordare una norma, norma da condividere in Commissione paritetica, come in altri casi da inserire in un provvedimento nazionale affinché possa diventare legge per risolvere un problema che da solo il Parlamento regionale non può risolvere, perché ci abbiamo provato in tutti i modi, ma andiamo oltre a quelle che sono, ad avviso del Consiglio dei Ministri, le competenze di cui la Regione gode, anche a norma di Statuto speciale. L’altro tema riguarda le previsioni di spesa. Se non c’è una copertura adeguata i problemi normativi on si possono in ogni caso risolvere, e fin qui il Governo regionale non ha garantito le coperture di spesa sufficienti a garantire il percorso di stabilizzazione, quanto meno per il triennio, ma sappiamo che in questi casi le previsioni di spesa devono avere una portata ben più ampia nel tempo. Per di più, come dicevo prima, all’articolo 22, comma 1, vengono proposte riduzioni di spesa perfino sugli
stanziamenti previsti nell’articolo 16. Questo riguarda il capitolo 215-785, dove all’allegato 2 è prevista una riduzione di 6 milioni 665.690, riguarda il capitolo 313-728, dove è previsto all’articolo 22, comma 1, allegato 2 una riduzione di 15 milioni 675, è previsto persino sul capitolo 313-727 che riguarda i lavori PIP del progetto di inserimento. Laddove all’articolo 22, comma 1, in allegato 2, si prevede una riduzione a mio avviso estremamente preoccupante, e non lo dico per sollevare allarmismi, ma affinché questo Parlamento possa affrontare il problema insieme al Governo, una riduzione di 12 milioni 787 e 500.
La risultante con la riduzione di cui parlo è uno stanziamento di 18.212 sappiamo che ne servono circa trenta più o meno, come intende il Governo affrontare questo argomento? Anche in questo caso dobbiamo aspettare il miracolo romano, che poi dipende in gran parte dai Ministri che dicevo prima, che sono dello stesso partito dell’Assessore Armao.
Noi pretendiamo una risposta chiara, pretendiamo una risposta chiara. Grazie, Presidente.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Lupo.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Foti. Ne ha facoltà. Ci sono altri tre interventi.
FOTI. Grazie, Presidente, non devo essere io, come dire, a narrare la lunga storia di venticinque
anni di precariato, anche perché molti colleghi siedono in Parlamento fin da quei tempi, quando si creò il bacino, e in queste ultime due legislature, numerosi sono stati i tentativi di creare un minimo di certezze, soprattutto una categoria di lavoratori che, di fatto, sono dei lavoratori come tutti gli altri, ma non hanno chiaramente diritti alla certezza di una pensione, non hanno diritti, come per esempio la tredicesima. L’anno scorso avevamo fatto un tentativo, dove erano previste anche misure per la fuoriuscita e la stabilizzazione, nei limiti del possibile chiaramente, ora l’integrazione della questione dell’integrazione oraria è chiaramente legata alla questione delle coperture. Io non vedo in Aula, non ho avuto il piacere di vedere in Aula neppure un giorno l’Assessore Scavone, però un chiarimento, Presidente, sarebbe necessario, anche sullo stato dell’arte, perché si sente sempre parlare di tavoli, tavoli, tavoli, tavoli a Roma, di cui le risultanze arrivano col contagocce e esclusivamente con dei comunicati stampa.
Ora, quanto all’emendamento 16.15, mi fanno pervenire la notizia che ci sono delle criticità,
l’importante Presidente e che si abbia certezza e chiarimento sulla copertura, perché non vorremmo poi fra un mese, fra due mesi, quando si ha incertezza persino da parte di questo Parlamento di partecipare a dei lavori così impegnativi, non ci si ritrovi poi a dovere dire, scusate abbiamo scherzato, e far finire questo gruppo di lavoratori completamente a gambe all’aria.
Anche io chiaramente caldeggerei un dibattito chiaro, serio, leale con i Ministri, perché se in tutte
le Regioni questa tipologia di lavoratori già da tempo ha trovato una sua collocazione, non capisco perché ogni volta che si fa un tentativo qui in Regione siciliana ci devono essere sempre questioni da eccepire e bisogna finire sempre nei tribunali, grazie.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Foti.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Lo Curto. Ne ha facoltà.
LO CURTO. Sì, Presidente, grazie. Il tema che stiamo affrontando, è un tema che attiene ai diritti e alla dignità delle persone, persone che da venticinque anni lavorano in una condizione di capolarato, così lo definisco, perché laddove c’è assenza del diritto e delle garanzie costituzionali, siamo di fronte allo sfruttamento dei lavoratori, lavoratori che sono preziosi e indispensabili per le Amministrazioni che le utilizzano.
Penso ai lavoratori dei musei, senza i quali non si potrebbero tenere aperti i musei la domenica, nei festivi a ferragosto, cioè nei periodi per esempio di maggiore flusso turistico, ma penso a tutti gli altri che sono stati appunto ricordati in quest’Aula da più parti e da più partiti.
Io credo onorevole Lupo, mi riferisco a lei, me ne scuso con la Presidenza, che bisognerebbe uscire dalla logica dell’appartenenza partitica, perché qua stiamo difendendo le famiglie e i diritti delle famiglie dei siciliani che a Roma devono comprendere tutti, non soltanto i Ministri, io non ho un Ministro con cui parlare, ma non li devono comprendere solo i Ministri di Forza Italia, anche il Ministro del lavoro che è del Partito Democratico.
Voglio dire, qui se ancora continuiamo a ragionare con la logica dell’appartenenza a questo o a quel partito non abbiamo fatto il nostro dovere, il nostro dovere sono certa che lei lo vuole fare fino in fondo, come lo vogliamo fare un po’ tutti, è quello di trovare una soluzione per questi lavoratori, perché sono lavoratori che ad oggi privati dei loro diritti la Regione sfrutta, la Pubblica amministrazione sta sfruttando, ed è una indegna e indecorosa condizione che questo Parlamento si deve attivare a risolvere.
Non mi pare che questo possa essere risolto attraverso l’emendamento 16.15, immagino possiamo trovare il modo di riqualificare professionalmente queste persone attraverso magari l’utilizzo di fondi che ad oggi non possono essere utilizzati perché il personale non dirigenziale è andato in quiescenza. Allora io sono dell’avviso che bisogna, così come ha detto anche l’onorevole Zafarana, trovare un percorso, capire come accompagnare le varie tipologie di soggetti che rientrano nella categoria, in maniera tale che nessuno rimanga escluso.
E questa legislatura, che si avvia a concludersi, deve trovare con forza, e questo Parlamento, la
dignità di fare emergere la dignità di questi lavoratori, mi auguro che nel momento in cui faremo pausa per trovare sintesi, e per fare sintesi attorno a quegli emendamenti aggiuntivi che appunto nessuno di noi conosce, ecco, in quella circostanza i Capigruppo, tutti noi, cioè e i vari Partiti, senza differenze, siano uniti nella difesa dei lavoratori.
Questa è una difesa che non è né di destra né di sinistra, è una difesa della dignità delle persone che da venticinque anni vengono sfruttate indegnamente, in modo veramente squallido, grazie.

Presidenza del Presidente MICCICHE’
PRESIDENTE. Grazie, onorevole lo Curto.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Laccoto. Ne ha facoltà.
LACCOTO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, Presidente Micciché, prima dell’intervento io
credo che sia opportuno discutere questa questione in una riunione di Gruppo, dei Capigruppo, perché noi abbiamo due problematiche.
Io non so se l’assessore Armao ha visto questo emendamento presentato dall’assessore. Il problema che riguarda la regione Sicilia, e quindi questa Assemblea e il Governo regionale, che è quello della diminuzione delle somme per l’anno 2022 e quello che ha fatto scattare il meccanismo, e quindi io credo che su questo bisogna trovare una soluzione immediata, prima che finisca questa finanziaria, perché è chiaro che cinquemila persone, che tra l’altro danno dei servizi. Io parlo per gli enti locali, gli altri colleghi hanno parlato per le altre branche della Regione, ma c’è un problema molto serio, noi  abbiamo bisogno di questi lavoratori. Per me sono lavoratori a tutti gli effetti, finora mortificati con un compenso di 550 euro al mese senza tributi ed altro, ma non voglio soffermarmi su questo.
L’altra vicenda è quella riguardante il percorso di stabilizzazione. Io credo, assessore Armao, che
tutti i Capigruppo di tutte le parti politiche che fanno parte del Governo nazionale sono disponibili a poter praticamente, insieme all’assessore, insieme a chi si ritenga, fare un passaggio a livello nazionale per risolvere una volta per tutte questa problematica, che è una problematica ormai sociale. Perché veda, questa Regione nel tempo ha stabilizzato quasi tutti, sono rimasti questi quattromila e cinquecento lavoratori che di fatto danno un servizio, e quindi io mi permetto, Presidente Micciché, di chiedere che questo problema venga affrontato per quanto attiene alle minori somme in una riunione dei Capigruppo, là dove dobbiamo uscire da questa situazione. Un emendamento che possa avere l’avallo sicuramente dell’assessore all’economia e del Governo per ripristinare le somme per il 2022, e peraltro un percorso di sensibilizzazione a livello nazionale per quanto riguarda la stabilizzazione. Queste sono le due problematiche che noi abbiamo davanti. È inutile che mi soffermo su questo discorso. Ho già parlato ieri. Ho parlato in altre questioni. Tutta l’Aula è sensibile a questa problematica e quindi una volta e per tutte affrontiamole tutte insieme. Grazie.
PRESIDENTE. Onorevole Laccoto, fermo restando che l’emendamento del Governo è stato già
ritirato. Per cui io accolgo la sua richiesta di parlarne in Conferenza dei Capigruppo per vedere che cosa si può fare. È ovvio che in questo momento non si può fare niente. Dobbiamo votare l’articolo, perché l’emendamento è stato già ritirato. Prima di darle la parola c’è l’ultimo intervento di Figuccia. Intanto assessore, se può dare una risposta.
ARMAO, vicepresidente della Regione e assessore per l’economia. Fermo restando che la
competenza è dell’assessore Scavone che ho sentito al telefono. Per fortuna sta bene, ha risolto tutti i suoi problemi, ma non può essere qui presente. Quindi mi faccio carico di una questione che è stata congegnata dal Dipartimento dell’assessore Scavone, è stata elaborata insieme all’Ufficio legislativo legale che sta seguendo il contenzioso  costituzionale.
Come voi sapete abbiamo un contenzioso costituzionale che si risolverà, speriamo, entro il mese
prossimo, quindi si è valutata anche la praticabilità di questa soluzione normativa e la compatibilità con il contenzioso in essere. Invece, fermo restando che il Governo avverte chiaramente quali sono i drammi di queste persone, basti pensare che ci sono persone che lavorano e prendono la metà di soggetti che non lavorano e che percepiscono un reddito, e quindi già questa è una sperequazione re ipsa, evidente, palese, che merita ogni considerazione e ogni attenzione. Vorrei precisare, rispetto a quanto diceva l’onorevole Lupo, che scaricare su uno dei partiti della maggioranza mi pare ingeneroso, anche perché l’impugnativa è stata proposta dal Ministero dell’economia e delle finanze, e la competenza è ripartita tra il Ministero della Funzione pubblica e il Ministero del lavoro, dove c’è un illustre e autorevole esponente del Partito Democratico. Quindi, qui, mi risulta così. A me risulta che… La sua parola vale quanto la mia, almeno spero. Vale di più.
L’onorevole Lupo dice che la sua parola vale più della mia. Io non ci credo e vado avanti.
Per quanto concerne invece la copertura finanziaria, che è una cosa di esclusiva competenza
dell’assessore per l’economia, la Ragioneria mi conferma che, al netto del congelamento che riguarda  mensilità, lo stanziamento è congruo e assolutamente corrispondente a quello necessario. Quindi devo rassicurare, proprio per scongiurare allarmi e ovviamente questo è uno dei settori prioritari, non appena saranno disponibili i 211 milioni da rendere disponibili come somme. Fino a questa mattina ho sollecitato la Presidenza del Consiglio che mi ha chiesto poco tempo per dare un riscontro. Quindi appena arriverà il riscontro sull’inserimento dell’ordine del giorno al Consiglio dei Ministri ne informerò l’Assemblea, come per me dovuto.

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare l’onorevole Figuccia. Io lo faccio secondo l’ordine con cui me lo chiedono. Poi l’onorevole Grasso, Savarino, Di Caro e Caronia.

Scusate, l’assessore si deve assentare 3 minuti. Sospendiamo perché non c’è. Tre minuti il tempo
che va e torna. Ci sono certe esigenze a cui non posso porre rimedio se non con chi va direttamente.
Per cui dobbiamo sospendere per forza 5 minuti.
(La seduta sospesa alle ore 13.30, è ripresa alle ore 13.34)
La seduta è ripresa.
PRESIDENTE. Onorevole Figuccia, ha facoltà di parlare.
FIGUCCIA. Grazie, Presidente. In realtà è trascorso, insomma, oltre un anno dall’impugnativa
dell’articolo 36 della legge 9 del 2021 e, oggettivamente, ci aspettavamo che, al di là dell’impugnativa, ci fossero delle soluzioni dietro l’angolo, al di là di come, insomma, potesse finire di fronte alla Corte. Però, mi rendo conto che ad oggi, purtroppo, di questo prospettato, di questo auspicato percorso verso la stabilizzazione non mi sembra ci sia traccia. E questo non so se, Assessore, lei in questi cinque minuti ha avuto modo di…
(Intervento fuori microfono)
FIGUCCIA. Ah! Non era legato a questo. Ok. Allora, io non ho capito, diciamo, se l’assessore
Scavone è nelle condizioni di darci delle novità in questo senso, perché sennò che cosa stiamo
votando? Cioè, stiamo votando un provvedimento dove si mette ancora un dubbio, punto interrogativo sulla possibilità di uno stanziamento incerto. Cioè, mi sembra che stiamo procedendo un po’ troppo così alla carlona su questa cosa. Dimentichiamo che ci sono cinque mila persone che, da oltre vent’anni, aspettano un riscontro, abbiamo fatto intravedere loro la prospettiva prima di un bonus, poi di una tantum e sempre rincorrendo l’ipotesi di una stabilizzazione che di fatto non solo non arriva, ma non viene neanche avviata.
Quindi, Presidente, io non capisco alla fine qual è la ratio di questa norma così come… mi sembrano davvero pannicelli caldi. E non credo che si possa continuare a chiedere a famiglie che vivono con 600 euro al mese di continuare a far finta di nulla, perché non si può con questo spirito, con questo tipo di atteggiamento chiedere dei sacrifici rispondendo d’altra parte soltanto con tagli e senza garanzie. Non vorrei che questa vicenda andasse a finire, come sta accadendo già per il bacino dei ex Pip, in tribunale. Non vorrei che ancora una volta, anche qui, i giudici si esprimessero prima della politica. E’ accaduto già che con importanti studi legali palermitani il bacino degli ex Pip sta trovando risposte in tribunale con riferimento ad alcuni enti utilizzatori, vedasi quello che è accaduto al Civico.
Come è accaduto al Civico che già siamo al conteggio delle somme che devono essere date agli
appartenenti al bacino per la differenza retributiva e per la differenza contributiva, ovvero per le
somme che non sono state date a quei soggetti rispetto ai contributi previdenziali che invece spettavano loro, non vorrei che quello che è accaduto al Civico con i Pip adesso incominciasse ad accadere per tutti gli enti utilizzatori, e non vorrei, lo dico per dire perché so già che sta andando a finire così. E appena va a finire così che si devono dare 50, 60, 70 mila euro a ciascuno degli appartenenti al bacino Pip, moltiplicato per le due mila persone, vedrete che risate che ci faremo quando arriveranno le condanne per queste risorse che non sono state erogate!
Ora parliamo di ASU. Vedete che la situazione degli ASU è molto simile a quella dei Pip.
Allora, noi rischiamo di ritrovarci nel giro di un paio d’anni con un bacino di circa 10 mila persone
tra Pip, ASU e sacche di precariato che sono state condannate a vivere in una condizione senza alcuna tutela, con una mortificazione continua nei confronti di questa gente e delle loro famiglie a subire le condanne che arriveranno dai tribunali. Io continuo a dire non vorrei, ma lo dico così per dire perché so che ahimè andrà a finire così.
Noi continuiamo a non dare risposte, poi i giudici in sedi diverse, che sono quelle dei tribunali,
provvederanno ad emettere le loro condanne ed esprimeranno le loro sentenze.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l’onorevole Grasso. Ne ha facoltà.
GRASSO. Il tema della stabilizzazione degli ASU e di tutto il percorso ha interessato tutta
l’Assemblea regionale, questo Parlamento, già nella scorsa finanziaria e siamo riusciti ad approdare ad una norma. Fra qualche giorno, i primi di giugno, la sentenza, la Corte costituzionale si pronuncerà. Non dobbiamo dimenticare, e questo è quello che nessuno ed i lavoratori che sono oggi, che scioperano, eccetera, la memoria la devono avere lunga perché vi sono due responsabilità, una ascrivibile al precedente Governo quando… perché a quest’ora noi non saremmo qui a parlare di ASU perché, come tutti gli ASU e gli LSU d’Italia sono stati stabilizzati, anche gli ASU siciliani sarebbero stati stabilizzati, invece due responsabilità: la copertura sul bilancio regionale, aggravando il bilancio regionale e l’altra, che non è una discriminante, quando lo stato nel 2015 incaricò l’Ampal di stipulare le convenzioni con le regioni che era il percorso propedeutico alle stabilizzazioni la Regione siciliana è stata dimenticata.
Lo scorso anno, con uno sforzo incredibile, bipartisan di tutti, non solo di un partito piuttosto che di un altro, ma è un problema serio, io sono felice e orgogliosa di avere stabilizzato in tre mesi 12 mila lavoratori degli enti locali senza che la norma stia stata impugnata, difesi davanti alla Corte costituzionale, ed è un orgoglio del governo ma della sottoscritta l’avere risolto quel problema.
Oggi siamo qui in Aula ed è importante approvare questa norma, perché al di là di qualsiasi altra
strumentalizzazione di natura politica, l’articolo 16 dà la copertura per il triennio. E io vorrei suggerire al Governo, all’assessore Armao un’altra, perché questo emendamento, caro Assessore, che voi avete ritirato vi è un errore nella prima parte, nel primo comma dell’articolo quando richiama i commi 292,  296 della legge 30 dicembre del 2020 perché gli effetti sono cessati nel 2021, ma vi è una cosa importantissima che è il richiamo alle disposizioni dell’articolo 1, comma 446 della legge 30 dicembre 2018, come modificato eccetera, perché allinea la nostra norma a quella nazionale e potrebbe eventualmente consentire la stabilizzazione ai sensi di quel comma così come è avvenuto per le altre regioni.
Quindi, prima di dire stralciamo, io vi inviterei ad una riflessione, ad approvare l’articolo 16 perché l’articolo 16 dà la copertura, ma la modifica di questo emendamento e il richiamo, saltando quelle due, quantomeno dà garanzia.
L’articolo 16 perché dà la copertura? Perché la copertura del triennio, così come nelle precedenti
norme, dà maggiore certezza rispetto alla stabilizzazione. Da quello che io ho capito, perché in tema di bilancio sul discorso mancano o non mancano le coperture, sembra che non mancano le coperture, ma si è ridotto il triennale per una questione di bilancio, ma la copertura per quest’anno c’è e un altro anno deve essere rimpinguata. Quindi, anche per non creare allarmismo nei lavoratori che già vivono di una situazione precaria, diciamo che tutto
il percorso è finalizzato intanto al mantenimento del loro lavoro, del loro utilizzo. E poi spero e mi auguro che la Corte costituzionale ci dia ragione, ma se la Corte costituzione non dovesse darci ragione ci può essere un impegno, dopo le amministrative, dopo l’approvazione della finanziaria, dell’Aula, del Parlamento e della Commissione di riaffrontare il tema in chiave diversa rispetto alla proposizione dello scorso anno. Grazie.
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Grasso.
Mancano solo tre interventi: Savarino, Di Caro e Caronia. Io devo convocare la Conferenza dei
Capigruppo, per cui vi prego, se fosse possibile, di fare i vostri interventi nel più breve tempo possibile.
E’ iscritta a parlare l’onorevole Savarino. Ne ha facoltà.

SAVARINO. Signor Presidente, solo perché bisognava sottolineare, così come del resto ha appena fatto la collega Grasso, sul tema degli ASU, che è un tema che ha visto impegnati tutti i gruppi parlamentari, che aveva visto questa Assemblea approvare una norma concordata col Governo regionale per la stabilizzazione degli ASU che poi, in maniera del tutto inaspettata, è stata impugnata e il mese prossimo la Corte costituzionale si dichiarerà su questa costituzionalità o meno della norma. Questo potrebbe essere un modo per risolvere, così come noi avevamo intrapreso e voluto e seguito, o altrimenti attraverso l’aggancio che non è stato fatto nella scorsa Legislatura dal Governo che ci ha preceduti, a una normativa nazionale che invece nelle altre regioni queste percorso di stabilizzazione lo ha operato.
Per cui, io chiedo, così come ha fatto il collega Laccoto e la collega Grasso, un’attenzione a questa norma che possa dare la possibilità di un percorso alternativo qualora la sentenza della Corte Costituzionale non fosse favorevole – ma io non lo penso – e anche noi come Gruppo parlamentare abbiamo presentato degli emendamenti per l’integrazione oraria, per dare comunque la possibilità a questi lavoratori assolutamente indispensabili sia nei beni culturali, nelle cooperative che negli enti locali di avere un’integrazione in più. Se questo nella Capigruppo può essere attenzionato, è un impegno che sono convinta è condiviso.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l’onorevole Di Caro, Ne ha facoltà.
DI CARO. Grazie, Presidente, brevemente, non ripeterò le cose che hanno detto i colleghi.
A me dispiace che oggi – come sempre fra l’altro – sia assente e non segua i lavori d’Aula il
Presidente della Regione perché fu tra i primi ad esultare quando l’Aula approvò, nella scorsa
finanziaria, l’articolo 36, un articolo voluto da un’iniziativa parlamentare, dalla V Commissione prima e poi da tutti i colleghi dell’Assemblea regionale siciliana.
Perché dico questo, Presidente? Perché in questi mesi il Governo non ha fatto nulla per far sentire il grido di allarme di questa platea di lavoratori nei Ministeri a Roma. E, giustamente, nei Ministeri spesso non si conosce nemmeno la terminologia dei precari che abbiamo in Sicilia. A proposito vorrei dire che il Governo regionale non ha ad oggi partorito una e una sola norma che serva alla stabilizzazione del personale precario, dell’enorme platea del personale precario che abbiamo nella nostra Regione.
Vorrei suggerire una cosa, Presidente, visto e considerato che ci sarà a breve la Conferenza dei
Capigruppo, se fosse possibile accantonare l’articolo 16; anche perché in questi giorni abbiamo visto che il Governo Draghi anche a chi ha un reddito di 35 mila euro l’anno garantisce una forma di bonus economico. Questa platea di lavoratori ha un reddito di gran lunga inferiore a questo. Se si può, nelle more che si esprima la Corte costituzionale il 7 giugno, garantire una forma di integrazione salariale e se questo si possa decidere in Conferenza dei Capigruppo. Grazie.
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Di Caro.
L’ultimo intervento è dell’onorevole Caronia, ma non è in Aula.
Onorevole Di Caro, l’articolo lo dobbiamo votare, però, attenzione, siccome c’è la possibilità degli
aggiuntivi, se si trovasse una soluzione, lo presentiamo a parte, non credo che succeda nulla. Però, fatemi finire l’articolato altrimenti questa finanziaria si prolunga non so fino a che punto. Credo sia l’unica cosa da fare perché tenerla aperta è un problema. Se gli aggiuntivi sono fatti bene possiamo fare quello che vogliamo.
Pongo in votazione l’articolo 16. Chi è favorevole resti seduto; chi è contrario si alzi.

(E’ approvato)

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